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Abbiamo istituito la Giornata della Memoria per tenere viva la consapevolezza che il male in sé non è stato il solo nazismo, ma il fatto che uomini banali -in nome di questa ideologia- abbiano appoggiato, prestato le loro energie e le loro mani a sostegno di progetti di morte nei confronti di altri esseri umani innocenti. Dall’album dei mai più, a futura memoria, la Compagnia Cajka ha prescelto il racconto epistolare “Destinatario sconosciuto”, scritto da Katherine Kressmann Taylor alla fine degli anni Trenta del Novecento. Tale opera ha infatti ispirato l’adattamento per il teatro del regista Francesco Origo intitolato, “Lettere sull’oceano”, alla cui visione presso il Teatro Massimo di Cagliari hanno partecipato lo scorso 30 gennaio le classi IV e V A del liceo scientifico. Gli attori Daniel Dwerryhouse e Riccardo Lai hanno interpretato il cristiano tedesco Martin Shulse e l’ebreo americano Max Eisenstein, soci in affari e legati da fraterna amicizia. Dopo che Martin lascia la California per tornare a vivere in Germania con la famiglia, i due continuano a sentirsi per corrispondenza dal novembre 1932 al marzo 1934. Diciannove lettere hanno attraversato l’oceano e raccontato la parabola di un’amicizia naufragata a seguito della scalata al potere di Hitler in Germania. Martin infatti, tornato in Europa, subisce un graduale processo di avvicinamento al nazismo, che lo allontana dalle idee liberali e lo induce a interrompere il carteggio e il legame d’amicizia con Max. Martin arriva addirittura a rinnegare l’aiuto a Griselle, sorella di Max, che un tempo era stata la sua tenera amante, quando la donna - recatasi imprudentemente in Germania per recitare in uno spettacolo teatrale e riconosciuta come ebrea- gli aveva chiesto protezione dalle SS che la inseguivano. La ragazza finisce crivellata di colpi sotto gli occhi dell’ex amante e il suo corpo abbandonato senza vita nel giardino della sua enorme casa. È lo stesso Martin a informare l’ex amico dell’impietosa sorte di Griselle, a cui egli aveva contribuito con la sua ignavia. Inavvertitamente questa storia racconta l’altra faccia del male, che spesso nasce non dal desiderio di giustizia, ma di vendetta. Max infatti intensifica intenzionalmente il carteggio con Martin, disseminando le sue lettere di particolari criptici per destare il sospetto dei Nazisti sull’ex amico e indurli a considerarlo una spia. Il suo piano va a buon fine, come indica l’ultima epistola datata a marzo del 1934 rispedita al mittente con il timbro “Destinatario sconosciuto”. La Memoria reca con sé un grandissimo insegnamento: al male, anche al più estremo e brutale, si rimedia unicamente con la giustizia. Questo è il monito lasciatoci da Simon Wiesenthal, ingegnere e scrittore ebreo-austriaco, sopravvissuto ai campi di concentramento e battutosi poi per condannare crimini e criminali nazisti mediante regolari processi nei tribunali. “L’odio è un boomerang, che torna indietro per ognuno e nessuno risparmia, né i deboli né i potenti”. Attenzione quindi: siamo tutti potenziali carnefici o destinatari sconosciuti.

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